Pagina (87/167)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

     
      Tirerenci adunche ora la guerra addosso sotto speranze che a giudicio mio el mancheranno, e perdereno quelli benefici che qualche volta porta seco el tempo; dove che accordando, la guerra si differisce, e può intratanto venire qualche aiuto alle cose nostre che noi non veggiamo; né per questo accordo si toglie la via di venire e' franzesi in Italia, quando loro vi si inclinassino, ed a noi paressi che e' progressi di Cesare fussino tali che fussi a proposito nostro el conducerli; perché avendo seco e' svizzeri e noi, ancora che questi avessino occupato lo stato di Milano e battuto el resto di Italia, possono gagliardamente tentare questa impresa; di che abbiamo veduto esperienzia, che altre volte l'hanno tentata con minore opportunitá e con piú ostaculi.
      Questo re che ora è prigione, la prima impresa che e' fece in Italia doppo la incoronazione sua, ebbe contrario lo imperadore, el re di Spagna, svizzeri, papa Leone, fiorentini, e da noi in fuora, Italia tutta; e nondimeno con lo aiuto di noi soli ardí di farla e la ottenne. Però molto piú, volendo noi, potranno tentarla ora che saranno stimolati e forse aiutati da Inghilterra: arebbono e' svizzeri, che alle cose di Milano sono di grandissima importanza; e' popoli di Milano, che per desiderare uno duca particulare, gli sarebbono inimici vedendo costoro insignoriti dello stato; el resto di Italia quanto piú fussi oppresso da loro, piú forse in una tale occasione si risentirebbe per desperazione, o almanco non ne trarrebbono quella commoditá che speravano trarre dal papa e gli altri, quando volontari erano con loro.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Discorsi politici
di Francesco Guicciardini
pagine 167

   





Italia Cesare Milano Italia Italia Spagna Leone Italia Inghilterra Milano Milano Italia