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      Altra cosa č guidare sei o ottomila uomini, altra a essere capitano di uno tanto esercito, e contra a inimici gagliardi, astuti ed esperti, ed in una impresa dove si puň avere a maneggiare ogni spezie di milizia: la campagna, difendere terre, espugnare terre, invitare gli inimici a giornata, cercare di temporeggiarsi sanza combattere, ora fare el gagliardo, ora sapersi valere degli avantaggi. Perň se voi mi direte che in questo esercito non sará uomo di chi si possa fare piú fondamento di questi, io lo cederň facilmente; ma se direte che siano tali che basti a tanta impresa, e che siano da paragonare a' capitani inimici, io tacerň per ogni rispetto, ma non avendo visto altra esperienzia, non mi dará giá el cuore di affermarlo.
      Non voglio pretermettere che io non so quali dua maggiori inimici abbia Vostra Santitá in Italia, e forse nel mondo, che questi dua duchi: all'uno č stato tolto lo stato ed ancora si gli tiene occupata parte; allo altro sono state fatte tante persecuzione, quante ognuno sa, continuate in ogni accidente, in ogni tempo, insino a ieri, insino a stamani, né mai alcuno mezzo, alcuni suoi prieghi, alcuna umiliazione, alcune offerte hanno potuto mitigare queste asperitá, né in quanto a l'uno né in quanto a l'altro, ed ogni promessa, ogni blandizia, ogni reconciliazione che si č fatta loro, č stata una simulazione, una insidia; in modo che possono essere certi che in ogni fortuna che tornassi, sarebbono a' medesimi termini. Perň non so come potete disporvi a fidarvene, a mettere loro in mano tutto lo stato vostro, a credere che si affatichino per la vostra grandezza, della quale sempre temeranno.


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Discorsi politici
di Francesco Guicciardini
pagine 167

   





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