Io sono stato sempre alieno dal perseguitarli, non vi vedendo drento acquisto, ma carico e perdita assai; non sono giá facile a confortarvi vi rimettiate sí liberamente in loro. Dio voglia che chi vi consiglia al farlo, abbia, per parlare modestamente, migliore fortuna in questo che non ha avuto nel consigliarvi a offendergli.
Resta comparare la qualitá delle gente, che è cosa troppo manifesta. El nervo della fanteria vostra saranno svizzeri, della natura ordinaria di chi, e delle difficultá che s'hanno a maneggiargli, non voglio dire altro; ma sono stati battuti tante volte da questi inimici, e tanto, come ognuno confessa, inviliti, che io non credo possino piú vedergli, non che sostenergli; lanzichenech non arete, o pochi, né vi potresti fidare di molti per andare contro a Cesare. Adunche bisogna una banda molto grossa di italiani, de' quali io parlerò costumatamente, perché io sono di altra nazione; ma infinite esperienzie hanno mostro che fondamento si possi fare, e che non sono da comparare alle fanterie forestiere. Né voglio dire che questo mancamento proceda dalla virtú degli uomini, quanto forse dalla condizione de' tempi e degli accidenti di Italia, e da' modi e luoghi dove sono stati adoperati. Non sono avezzi in sulla ordinanza come e' tedeschi; non hanno uno principe a chi pensino di satisfare come gli spagnuoli; le guerre da uno pezzo in qua sono state fatte quasi sempre sotto nome ed in compagnia di oltramontani, di sorte che non gli può muovere el desiderio di satisfare al suo re, non hanno potuto pigliare l'obietto della gloria della sua nazione; forse se fussino fuora di Italia sarebbono piú uniti tra loro, piú fermi ne' pericoli, piú obedienti, manco tumultuosi, tollererebbono meglio la dilazione delle paghe, non fuggirebbono con esse: o queste o altre cagione che siano, hanno tutti questi difetti.
| |
Cesare Italia Italia
|