Questo medesimo faranno sempre, perché vi saranno le medesime ragione che vi sono ora, né mancherá a Cesare, se accorderá con loro, modo di assicurarsi; di sorte che almanco le prime esecuzione, e massime quelle che siano contro a Italia, aranno effetto. Cosí bisogna perdiate in ogni modo, perché o sarete sforzati dagli inimici o abandonati dagli amici, e la prima ruina sará adosso al papa e fiorentini, perché e' viniziani hanno le terre forte, loro le hanno debole e sbandate, e lo stato in mezzo del ducato di Milano e del regno di Napoli, e Siena imperiale in mezzo delle viscere della Chiesa e di Firenze.
Adunche nessuna ragione può giustificare questa impresa, se non lo fa la necessitá; né questa anche la giustifica, chi non vuole avere piú paura che el bisogno, e non considerare che el remedio a' pericoli ed a' mali non è mettersi in maggiori pericoli e mali, ma cercare di diminuirgli quanto si può, e se, perché le cose del mondo girano cosí, non si può liberarsene totalmente, accommodarsi a' tempi ed abracciare per buono quello manco male che l'uomo può avere. La paura che si ha di Cesare procede da dua fondamenti: l'uno, che si dubita che lui tenendosi offeso delle pratiche tenute a' mesi passati o almanco insospettito, per vendicarsi, per assicurarsi, voglia abassare Vostra Santitá; a che se mette mano, non sará contento di poca ruina e cercherá di fare el piú male potrá, ed essendo quella a sua discrezione, potrá fare tutto quello che disegnerá; e vedendosi che ha in animo rovinare franzesi e veneziani, imprese grandi e che potrebbero tirarsi drieto molte difficultá e pericoli, vorrá ragionevolmente, innanzi ci metta mano, dare forma alle altre cose di Italia, ed assicurarsi del papa sospetto ed inimico, acciò che, se per sorte le cose sue si riducessino in qualche angustia, non possi el papa, del quale non si può piú fidare, unirsi insieme con gli altri alla sua ruina.
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