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      Ed ancora che la fama che insino allora era in bocca di molti, e la esperienzia di quello che si è veduto di poi, avendo lui nella venuta sua in Italia onorato santissimamente ed esaltato la persona del pontefice, restituito con somma bontá e generositá al duca Francesco Sforzia lo stato di Milano, e fatto ogni opera perché Italia, sicura della potenzia e delle arme sue, restassi tutta in pace, faccia fede che lui anche allora sarebbe stato inclinato alla sicurtá e quiete di tutti; nondimeno neanche queste ragione bastavano a fare deliberare el papa a rimettersi totalmente a sua discrezione. Perché se bene tutto quello che ora ha fatto Cesare, l'abbi fatto per sua natura e per desiderio di pace, e non perché per la lunga esperienzia e travagli seguiti poi, abbia cognosciuto piú difficultá d'appresso che non immaginava da lontano, o perché al presente le cose d'Italia si trovassino in altri termini che non erano allora, o perché sia stato necessitato pensare a' pericoli imminenti da' turchi e da' luterani alla Ungheria ed alla Germania, essendo, dico, certissimo ciascuno che la sua bontá e non alcuna necessitá è stata causa di queste sante deliberazione, chi poteva allora prometterselo sí al sicuro, che avessi a lasciare riducere le cose totalmente in arbitrio suo?
      Non si era ancora veduto di lui e della mente sua sí certa esperienzia che assicurassi questa opinione; anzi dava ombra in contrario le dimostrazioni e le opere de' capitani suoi d'Italia, delle quali se bene venivano le querele agli orecchi suoi, non si vedeva farvi alcuna provisione; facevano dubio tante altre ragione discorse sopra, ed el considerare bene la natura de' príncipi, e' quali ancorché lungamente siano stati buoni ed alieni dalla ambizione, accade spesso che invitati dalle occasione, alterati dagli sdegni, spinti da' sospetti, mutano natura ed operano el contrario di quello che prima hanno avuto in animo; ed è anche vizio naturale degli uomini, che dove hanno qualche apparenzia di ragione si persuadono facilmente le imprese sue essere giustissime e santissime.


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Discorsi politici
di Francesco Guicciardini
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