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      Le quali cose se uno pontefice volessi conducere per violenzia, sarebbe prima oppresso che vi avessi fatto alcuno fondamento; ed el tirarle innanzi con persuasioni e con lo esempio, ha bisogno di tempo sí lungo e di tanta fortuna, che prima sarebbe ridotto in ultimo disprezzo el pontificato e perito lo infermo, innanzi avessi potuto aspettare la operazione della medicina. Però è necessario che uno pontefice, essendo di costumi integri ed esemplari, e ritenendo sempre ottima mente, accompagni el governo universale del pontificato con la memoria di essere ancora principe, e che non si può lasciare cadere l'uno che non vadia in terra l'altro; sprezzate le opinioni false di chi si persuade altrimenti, non pigli le arme per cupiditá d'imperio, non per odio o per vendetta, ma si difenda piú presto con le arme che lasciarsi tôrre la potestá temporale; perché poi che quella gli è stata o data o tollerata sí lungamente, è sua; e statagli lasciata dagli antecessori è obligato restituirla a' successori; e perché non può essere violata questa che non patisca la autoritá spirituale, ed aprasi la via a mettere l'ordine ed el governo ecclesiastico ne' principi laici; che è quello che e' sacri canoni hanno al continuo tanto proibito e detestato.
      Era adunche Clemente, acciò che in potestá di Cesare non fussi violare la autoritá del pontificato e sottoporsi Italia, in necessitá manifesta di pigliare l'arme, pur che avessi speranza verisimile di potersi difendere. Circa a questo, che è l'ultimo articolo del discorso nostro, io parlerò brevemente, perché sarebbe troppo lungo discorrere tutti e' particulari, e perché la cosa è sí fresca che gli uomini facilmente possono riducersi in memoria e' fondamenti principali.


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Discorsi politici
di Francesco Guicciardini
pagine 167

   





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