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      Adunche non senza cagione el papa sperò la vittoria; adunche con buoni fondamenti cominciò una guerra desiderata estremamente da tutta Italia, come giudicata necessaria alla salute universale; e se allo effetto delle guerre importa cosa alcuna la giustizia della causa, che cagione se non onorevole, se non giusta, se non santa, indusse el papa a questa impresa? Nella quale non cercò altro che, restituito lo stato al duca di Milano, cosa di tanto momento alla sicurtá commune, Italia tutta si riducessi in una ferma e tranquilla pace; non capitulò di occupare quello d'altri; non acquistò alcuno particulare o per la Chiesa o per la famiglia sua; non di spogliare Cesare degli stati suoi, se non in quanto si trattò, che non bastando la guerra di Lombardia a indurlo alla pace, si assaltassi el regno di Napoli, con condizione però che eziandio acquistato che fussi, si restituissi a Cesare, se fra certo tempo accettassi e' capitoli della pace, e che alla fine persistendo lui nella sentenzia sua, vi si eleggessi con consenso commune de' collegati, uno re che fussi a proposito per beneficio di tutti.
      Indusse adunche el papa a questa impresa e la necessitá e la speranza, l'una e l'altra grandissima e ragionevole, e però chi temerariamente e mosso solo dallo effetto, lo biasima di imprudenzia o di cupiditá, tacia in futuro; o se pure non vuole farlo, si può debitamente usargli contro la giustissima imprecazione di colui, che sdegnato della ignoranzia di quelli che giudicano le cose dagli effetti, pregò che tali persone in tutte le sue azioni mancassino sempre di prosperi successi, acciò che con la esperienzia in sé proprio imparassino, che la prudenzia ed e' buoni consigli degli uomini non sono sufficienti a resistere né alla voluntá di Dio, né alla potestá della fortuna.


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Discorsi politici
di Francesco Guicciardini
pagine 167

   





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