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      Al quale pericolo volendo provedere Sua Santitá, e reputandosi come cittadino di questa patria essere obligato a aiutarla e salvarla, non ci avendo trovato altro espediente, nella capitulazione che fece con lo imperadore in Barzalona, capitulò che lo imperadore si contentassi di non volere piú oltre che la mutazione del governo di questa cittá, mostrando che questo gli bastava a restare sicuro di questa cittá, e pregandolo che per rispetto suo volessi rimettere alla sua patria le ingiurie ed el desiderio che aveva di vendicarsi. Il che Sua Santitá chiama Dio in testimonio che non cercò per interesse suo particulare, né per rendere lo stato di Firenze alla casa sua, ma solo per amore e per desiderio di salvare questa patria, sperando che fatto questo gli fussi facile persuadere Cesare a contentarsi di una forma di governo libero e ragionevole, e che fussi commune a tutti e' cittadini, e che a Sua Santitá paressi sicuro, a Sua Maestá e allo interesse di tutti. E certo Sua Santitá si dette sempre a intendere che questa cittá, cognosciuto tanto pericolo che gli veniva addosso, certificata che fussi dell'animo di Cesare, avessi piú presto a cedere alla necessitá e pigliare quegli apuntamenti che ricercava la condizione de' tempi, che volersi tirare addosso questi eserciti e, trovandosi abbandonata da ognuno, pigliare una guerra sí pestifera.
      Il che se si fussi fatto, non arebbe questa povera cittá sostenuto tanti mali drento e fuora; non sarebbono ridotte in sul vostro le arme che erano sparse in tutta Italia; non arebbono e' vostri danni, le vostre spese, e' vostri pericoli fatto utilitá a' viniziani, al duca di Milano, al duca di Ferrara, a' quali tutti ha giovato mirabilmente la vostra resistenzia, la vostra guerra; sarebbono salve le vostre possessione, le vostre case; goderesti la pace nella quale si truova ora, da voi in fuora, tutto el mondo, e che voi avete tanto tempo desiderata ed espettata per esercitare e' vostri traffichi, le vostre mercatantie; sarebbe questa cittá piú ricca, piú fiorita che la fussi mai, perché l'animo di Nostro Signore, se voi vi rimettevi in lui, non era tôrvi la vostra libertá, non appropriare el vostro governo a sé o a' nipoti suoi, ma col lasciarvi liberi, col ricorreggere e' difetti che ha el presente reggimento, e riducerlo in una forma giusta e santa, acquistare questa gloria apresso a tutti e' príncipi cristiani, lasciare questa memoria eterna nella vostra cittá, di avere amato piú la patria ed el bene suo che alcuno interesse particulare di casa sua.


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Discorsi politici
di Francesco Guicciardini
pagine 167

   





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