Andò nel 72 con messer Donato Gianfigliazzi commessario alla impresa di Volterra; e nel tempo medesimo entrò vicario di San Giovanni: che andò di campo a pigliare l'uficio e tornò in campo subito, e poi finita la impresa tornò a San Giovanni.
Di luglio nel 74 lui e Donato Acciaiuoli commessari a Pistoia per loro differenzie.
Di febraio nel 75 andò imbasciadore a Milano; tornò di dicembre nel 76.
Andò nel 1478 commessario generale in campo] nacque nel 1422, e sendo di età sedici anni tolse per donna Guglielmetta figliuola di Francesco de Nerli, allora piccola fanciulla, con dota di fiorini 3500 di suggello, che erano allora come di grossi o poco meno; e benché la ventura della dota fussi grande, rispetto alle poche facoltà gli avevano a rimanere del padre, nondimeno non fu minore anzi molto maggiore per la qualità della fanciulla, che non solo ebbe compiutamente tutte quelle parte si aspettano a una donna, e di forma che fu più che mediocre e di governo di casa in che fu eccellente, ma ancora ebbe ottimo ingegno e giudicio in quelle cose che si aspettano gli uomini. Lei sapeva giucare commodamente a scacchi e sbaraglino; leggere benissimo; non era sì forte ragione, che datogli un poco di tempo, non avessi fatta, non colle regole ordinarie della aritmetica e che si insegnono per le scuole, ma col cervello suo. Ebbe buona notizia delle cose dello stato, e tale che molti uomini che vi sono drento adoperati non hanno forse tanta, e volentieri parlava ed udiva parlare di tutte quelle cose che sono proprio ragionamento da uomini; ebbevi accompagnata la bontà in modo che visse e morì santamente.
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