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      Fu Iacopo al tutto sanza lettere, la qual cosa benché tolga la perfezione de' beni dello animo, pure dimostra el suo naturale buono, col quale sanza accidentale di lettere si esperimentò in molte legazioni e pesi grandi. El suo parlare non fu copioso o elegante, più tosto grave e naturale, e come communemente suole essere negli uomini savi e che sono sanza lettere. De' beni della natura fu eziandio molto bene dotato, perché fu grande, bianco e bellissimo uomo, e forse così bello come uomo che fussi a' sua tempi in Firenze, fu gagliardissimo e sanissimo, ebbe solo difetto nella vista che l'ebbe corta. Né gli mancarono e' beni della fortuna, perché con tutto el patrimonio fussi piccolo, nondimeno colla dota, cogli esercizi e cogli ufici avanzò tanto e tutto lecitamente, che lasciò forse fiorini ventimila. Gli onori n'ebbe tanti quanti uno cittadino privato può avere a Firenze; perché oltre alle commessione e legazione ed ufici detti di sopra, ed oltre allo essere stato dua volte gonfaloniere di giustizia, era disegnato fussi creato una [terza] volta: senonché tornando di villa si roppe una gamba, della quale benché poi guarissi, nondimeno lo tenne impedito al tempo aveva a essere. Fu tre volte de' signori, accopiatore, de' dieci, nel quale uficio stette una volta forse tre anni continuo, degli otto della pratica; e gli altri onori della città copiosissimamente. Andò in Levante padrone di una galeazza che andava sola e sanza esservi capitano; andò in Fiandra capitano di dua galeazze.


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Memorie di famiglia
di Francesco Guicciardini
pagine 59

   





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