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      SERIE PRIMA
     
      [Precede di mano dell'autore: Scritti innanzi al 1525 ma in altri quaderni che in questo, ma ridotti qui nel principio dell'anno 1528, nel grandissimo ozio che avevo, insieme con la parte di quelli che sono indietro (corr. su innanzi) in questo quaderno.]
     
     
      Se bene lo ozio solo non fa ghiribizzi,
      pure male si fanno e' ghiribizzi sanza ozio.
     
     
      1. Quelli cittadini che appetiscono onore e gloria nella cittá sono laudabili e utili, pure che non la cerchino per via di sètte e di usurpazione, ma con lo ingegnarsi di essere tenuti buoni e prudenti, e fare buone opere per la patria; e Dio volessi che la republica nostra fussi prima di questa ambizione. Ma perniziosi sono quelli che appetiscono per fine suo la grandezza, perché chi la piglia per idolo non ha freno alcuno, né di giustizia, né di onestá, e farebbe uno piano di ogni cosa per condurvisi.
     
      2. Chi non è in veritá buono cittadino non può lungamente essere tenuto per buono; però ancora che non desiderano piú presto parere buoni che essere, bisogna che si sforzino di essere; altrimenti alla fine non possono parere.
     
      3. Gli uomini sono naturalmente inclinati al bene; in modo che a tutti, quando non cavano piacere o utilitá dal male, piace piú el bene che el male; ma perché la natura loro è fragile, e le occasione che gli invitano al male sono infinite, si partono facilmente per interesse proprio dalla inclinazione naturale. Però non per violentargli, ma per ritenergli in sul naturale suo, fu trovato da' savi legislatori lo sprone e la briglia, cioè el premio e la pena; e' quali quando non si usano in una republica, rarissimi cittadini di quella si truovano buoni; e noi ne veggiamo in Firenze tutto dí la esperienzia.


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Ricordi
di Francesco Guicciardini
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