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      99. Chi vuole travagliare non si lasci cavare di possessione delle faccende, perché dall'una nasce l'altra, sí per lo adito che dá la prima alla seconda, come per la riputazione che ti porta el trovarti in negocio; e però si può anche a questo adattare el proverbio: di cosa nasce cosa.
     
      100. Non è facile el trovare questi ricordi, ma è piú difficile a eseguirli; perché spesso l'uomo cognosce, ma non mette in atto; però volendo usargli, sforzate la natura e fatevi uno buono abito, col mezzo del quale non solo farete questo, ma vi verrá fatto sanza fatica quanto vi comanderá la ragione.
     
      101. Non si maraviglierá dell'animo servile de' nostri cittadini chi leggerá in Cornelio Tacito che e' Romani, soliti a dominare el mondo e vivere in tanta gloria, servivano sí vilmente sotto li imperadori, che Tiberio, uomo tirannico e superbo, aveva nausea di tanta dapocaggine.
     
      102. Se avete mala satisfazione di uno, ingegnatevi quanto potete non se ne accorga, perché si aliena tutto da voi; e vengono spesso occasione che vi può servire e vi servirebbe, se col dimostrare d'averlo in male concetto non ve l'avessi giocato. E io con mia utilitá n'ho fatto esperienzia, che in qualche tempo ho avuto malo animo verso uno, che, non se ne accorgendo, m'ha poi in qualche occasione servito bene, e mi è stato buono amico.
     
      103. Le cose che hanno a cadere, non per impeto ma per consumarsi, vanno piú a lungo che non si credeva da principio; e perché e' moti sono piú lenti che non si crede, e perché gli uomini, quando si ostinano a patire, fanno e sopportano molto piú che non si sarebbe creduto; però veggiamo che una guerra s'abbia a finire per fame, per incommoditá, per mancamento di danari e modi simili, ha tratto piú lungo che non si credeva.


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Ricordi
di Francesco Guicciardini
pagine 100

   





Cornelio Tacito Romani Tiberio