Cosí la vita di uno tisico si prolunga sempre oltre alla opinione che n'hanno avuta e' medici e gli astanti; e uno mercatante innanzi fallisca per essere consumato dagli interessi, si regge piú tempo che non era creduto.
104. Chi conversa con grandi non si lasci levare a cavallo dalle carezze e demostrazione superficiale, con le quali loro fanno communemente balzare gli uomini come vogliono e affoganli nel favore; e quanto è piú difficile a difendersene, tanto piú debbi strignerti, e col tenere el capo fermo non ti lasciare levare leggiermente.
105. Non potete avere maggiore virtú che tenere conto dell'onore; perché chi fa questo non teme e' pericoli, né fa mai cosa che sia brutta; però tenete fermo questo capo, e sará quasi impossibile che tutto non vi succeda bene: expertus loquor.
106. Fatevi beffe di questi che predicano la libertá: non dico di tutti, ma ne eccettuo bene pochi; perché se sperassino avere meglio in uno stato stretto, vi correrebbono per le poste; perché in quasi tutti prepondera el rispetto dello interesse suo, e sono pochissimi quegli che cognoscono quanto vaglia la gloria e l'onore.
107. Mi è stato sempre difficile a credere che Dio abbia a promettere che e' figliuoli del duca Ludovico abbino a godere lo stato di Milano, non tanto perché lui lo usurpò sceleratamente, quanto che per fare questo fu causa della servitú e ruina di tutta Italia, e di tanti travagli seguiti in tutta la cristianitá.
108. Dico, che uno buono cittadino e amatore della patria non solo debbe trattenersi col tiranno per sua sicurtá, perché è in pericolo quando è avuto a sospetto, ma ancora per beneficio della patria, perché governandosi cosí, gli viene occasione co' consigli e con le opere di favorire molti beni e disfavorire molti mali: e questi che gli biasimano sono pazzi, perché starebbe fresca la cittá e loro se el tiranno non avessi intorno altro che tristi!
| |
Ricordi
di Francesco Guicciardini
pagine 100 |
|
|
Dio Ludovico Milano Italia
|