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      113. La natura de' popoli è, come ancora è de' privati, volere sempre augumentare el grado in che si truovano, però è prudenzia negare loro le prime domande: perché, concedendole, non gli fermi; anzi, gli inciti a domandare piú e con maggiore instanzia che non facevano da principio; perché quanto piú se gli dá bere, piú se gli accresce la sete.
     
      114. Le cose passate fanno lume alle future, perché el mondo fu sempre di una medesima sorte; e tutto quello che è e sará, è stato in altro tempo, e le cose medesime ritornano, ma sotto diversi nomi e colori; però ognuno non le ricognosce, ma solo chi è savio, e le osserva e considera diligentemente.
     
      115. Sanza dubio ha migliore tempo nel mondo, piú lunga vita, ed è in uno certo modo piú felice chi è di ingegno piú positivo, che questi intelletti elevati; perché lo ingegno nobile serve piú presto a travaglio e cruciato di chi l'ha; ma l'uno participa piú di animale bruto che di uomo, l'altro trascende el grado umano e si accosta alle nature celeste.
     
      116. Se osservate bene, troverete che di etá in etá si mutano non solo e' vocabuli ed e' modi del vestire ed e' costumi; ma, quello che è piú, i gusti e le inclinazione degli animi: e questa diversitá si vede ancora in una etá medesima di paese in paese. Non dico de' costumi perché può procedere dalla diversitá delle instituzione, ma de' gusti, de' cibi e degli appetiti vari degli uomini.
     
      117. Le medesime imprese, che fatte fuora di tempo sono difficilissime o impossibile, quando sono accompagnate dal tempo o dalle occasioni sono facillime: e a chi le tenta fuori del tempo suo, non solo non succedono, ma si porta pericolo che l'averle tentate non le guasti per a quello tempo che facilmente sarebbono riuscite; però sono tenuti e' savi pazienti.


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Ricordi
di Francesco Guicciardini
pagine 100