118. Ho osservato io ne' miei governi, che quanto mi è venuta innanzi una causa che per qualche rispetto ho avuto desiderio di accordarla, non ho parlato di accordo, ma col mettere varie dilazione e stracchezze ho causato che le parte medesime l'hanno cerche. Cosí quello che nel principio, se io l'avessi proposto, sarebbe stato ributtato, si è ridotto in termini, che quando è venuto el tempo suo, io sono stato pregato di esserne mediatore.
119. Non è gran cosa che uno governatore usando spesso asprezza e effetti di severitá si faccia temere, perché e' sudditi facilmente hanno paura di chi può sforzare e rovinare, e viene facilmente alle esecuzione. Ma laudo io quelli governatori che con fare poche severitá ed esecuzione sanno acquistare e conservare el nome del terribile.
120. Non dico che chi tiene gli stati non sia sforzato a mettere qualche volta mano nel sangue, ma dico bene che non si debbe fare sanza grande necessitá, e che el piú delle volte se ne perde piú che non si guadagna: perché non solo si offende quelli che sono tocchi, ma si dispiace a molti altri; e se bene ti levi quello inimico e quello ostaculo, non però se ne spegne el seme, cum sit che in luogo di quello sottentrano degli altri, e spesso interviene, come si dice della idra, che per ognuno ne nasce sette.
121. Ricordatevi di quello che altra volta ho detto, che questi ricordi non s'hanno a osservare indistintamente; ma in qualche caso particulare che ha ragione diversa, non sono buoni; e quali siano questi casi non si può comprendere con regola alcuna, né si truova libro che lo insegni, ma è necessario che questo lume ti dia prima la natura e poi la esperienzia.
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Ricordi
di Francesco Guicciardini
pagine 100 |
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