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      La openione mia è, che chi ha imbasciadori prudenti ed integri, e che siano affezionati a sé, e dipendenti in modo che non abbino obietto di dependere da altri, faccia meglio acconciare la mente sua; ma quando el principe non si risolve che siano totalmente di questa qualitá, è manco pericoloso non si lasciare sempre intendere da loro, e fare che el fondamento di persuadere una cosa e altri sia el fare persuasione del medesimo nel proprio imbasciadore.
     
      3. Vedesi per esperienzia che e' príncipi, ancora che grandi, hanno carestia grandissima di ministri bene qualificati; di questo nessuno si maraviglierá quando e' príncipi non hanno tanto giudicio che sappino cognoscere gli uomini, o quando sono sí avari che non gli vogliono premiare; ma pare bene da maravigliarsene ne' principi che mancano di questi dua difetti; perché si vede quanto gli uomini di ogni sorte desiderano servirgli, e quanta comoditá loro abbino di beneficargli. Nondimeno non debbe parere sí maraviglioso a chi considera la cosa in sé piú profondamente; perché uno ministro di uno principe, io parlo di chi ha a servire di cose grande, bisogna che sia di estraordinaria sufficienza, e di questi si truovano rarissimi; e oltre a questo è necessario sia di grandissima fede e integritá, e questa è forse piú rara che la prima. In modo che se non facilmente si truovano uomini che abbino alcuna di queste dua parte, quanto piú rari si troveranno quegli che l'abbino dua? Questa difficultá modererebbe assai uno principe prudente, e che non si riducessi a pensare giornalmente a quello che gli bisogna; ma anticipando col pensiere, scegliessi ministri non ancora fatti, e' quali esperimentando di cosa in cosa e beneficando, si assuefacessino alle faccende e si mettessino nella servitú sua; perché è difficile trovare in uno tratto uomini fatti della qualitá detta di sopra, ma si può bene sperare col tempo di fargli.


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Ricordi
di Francesco Guicciardini
pagine 100

   





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