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      5. Se gli uomini fussino discreti o grati abastanza, dovrebbe uno padrone, in ogni occasione che n'ha, beneficare quanto potessi e' suoi servitori; ma perché la esperienzia mostra, e io l'ho sentito da' miei servitori in me medesimo, che spesso come sono pieni, o come al padrone manca occasione di potergli trattare bene come ha fatto per el passato, lo piantano, chi pensa al profitto suo debbe procedere con larghezza, intrattenendogli piú con la speranza che con gli effetti; la quale perché gli possa ingannare, è necessario beneficarne talvolta qualcuno largamente, e questo basta; perché è naturale degli uomini, che in loro possa ordinariamente tanto piú la speranza che el timore, che piú gli conforta e intrattiene lo esemplo di uno che veggono beneficato, che non gli spaventa el vedersene innanzi agli occhi molti che non sono stati bene trattati.
     
      6. È grande errore parlare delle cose del mondo indistintamente e assolutamente, e per dire cosí, per regola; perché quasi tutte hanno distinzione ed eccezione per la varietá delle circunstanzie, in le quali non si possono fermare con una medesima misura; e queste distinzione ed eccezione non si truovano scritte in su' libri, ma bisogna le insegni la discrezione.
     
      7. Advertite bene nel parlare vostro di non dire mai sanza necessitá cose che riferite possino dispiacere a altri; perché spesso in tempi e modi non pensati nuocono grandemente a voi medesimi: advertitevi, vi dico, bene; perché molti etiam prudenti vi errano, ed è difficile lo astenersene; ma se la difficultá è grande, è molto maggiore el frutto che ne risulta a chi lo sa fare.


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Ricordi
di Francesco Guicciardini
pagine 100

   





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