62. E' popoli communemente e tutti gli uomini si lasciano piú tirare quando è proposta loro la speranza dello acquistare, che quando si mostra loro el pericolo di perdere; e nondimeno doverrebbe essere el contrario, perché è piú naturale lo appetito del conservare che del guadagnare. La ragione di questa fallacia è, che negli uomini può ordinariamente molto piú la speranza che el timore; però facilmente non temono di quello che dovrebbero temere, e sperano quello che non doverebbono sperare.
63. Vedesi che e' vecchi sono piú avari che e' giovani, e doverrebbe essere el contrario; perché avendo a vivere meno, basta loro manco. La ragione si dice essere perché sono piú timidi; non credo sia vera, perché ne veggo anche molti piú crudeli, piú libidinosi, se non di atto, di desiderio, dolere loro piú la morte che a' giovani; la ragione credo sia che quanto piú si vive piú si fa abito, e piú si appiccano gli uomini alle cose del mondo; però vi hanno piú affezione e piú se ne muovono.
64. Innanzi al 1494 erano le guerre lunghe, le giornate non sanguinose, e' modi dello espugnare terre, lenti e difficili; e se bene erano giá in uso le artiglierie, si maneggiavano con sí poca attitudine che non offendevano molto; in modo che chi aveva uno stato era quasi impossibile lo perdessi. Vennono e' franzesi in Italia e introdussono nelle guerre tanta vivezza, in modo che insino al '21, perduta la campagna, era perduto lo stato; primo el signor Prospero, cacciandosi a difesa di Milano, insegnò frustrare gli impeti degli eserciti, in modo che da questo esemplo è tornata a chi è padrone degli stati la medesima sicurtá che era innanzi al '94, ma per diverse ragione: procedeva allora da non avere bene gli uomini l'arte dell'offendere, ora procede dall'avere bene l'arte del difendere.
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Ricordi
di Francesco Guicciardini
pagine 100 |
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Italia Prospero Milano
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