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      94. Chi sta in corte de' principi e aspira a essere adoperato da loro, stia quanto può loro innanzi agli occhi; perché nascono spesso faccende, che vedendoti, si ricorda di te, e spesso le commette a te; le quali, se non ti vedessi, commetterebbe a un altro.
     
      95. Bestiale è quello che non cognoscendo e' pericoli, vi entra drento inconsideratamente; animoso quello che gli cognosce, ma non gli teme piú che si bisogni.
     
      96. È antico proverbio, che tutti e' savi sono timidi, perché cognoscono tutti e' pericoli, e però temono assai. Io credo che questo proverbio sia falso, perché non può piú essere chiamato savio chi stima uno pericolo piú che non merita essere stimato; savio chiamerò quello che cognosce quanto pesi el pericolo e lo teme appunto quanto si debbe. Però piú presto si può chiamare savio uno animoso che uno timido; e presupposto che tutt'a dua vegghino assai, la discordia dall'uno all'altro nasce perché el timido mette a entrata tutti e' pericoli che cognosce che possono essere, e presuppone sempre el peggio de' peggi; l'animoso che ancora lui cognosce tutti, considerando quanti se ne possino schifare dalla industria degli uomini, quanti ne fa smarrire el caso per sé stesso, non si lascia confondere da tutti, ma entra nelle imprese con fondamento e con speranza, che non tutto quello che può essere abbia a essere.
     
      97. Dissemi el marchese di Pescara, quando fu fatto papa Clemente, che forse non mai piú vedde riuscire cosa che fussi desiderata universalmente. La ragione di questo detto può essere, che e' pochi e non e' molti danno communemente el moto alle cose del mondo, ed e' fini di questi sono quasi sempre diversi da' fini de' molti, e però partoriscono diversi effetti da quello che molti desiderano.


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Ricordi
di Francesco Guicciardini
pagine 100

   





Pescara Clemente