Però ho veduto molti rifiutare spesso partiti che quando si sono molto aggirati arebbono accettato di grazia. È dunche necessario misurare bene le condizioni sue e degli altri, né si lasciare portare da maggiore opinione che si convenga; questo io lo cognosco bene; non so poi come saprò usarlo, né se cadrò nello errore quasi commune di presummere piú che el debito; ma non serva però questo ricordo a avvilirsi tanto, che, come Francesco Vettori, si diano al primo che le dimanda.
107. È da desiderare non nascere suddito; e pure avendo a essere, è meglio essere di principe che di republica; perché la republica deprime tutti e' sudditi; e non fa parte alcuna della sua grandezza se non a' suoi cittadini; el principe è piú commune a tutti, ed ha equalmente per suddito l'uno come l'altro; però ognuno può sperare di essere e beneficato e adoperato da lui.
108. Non è uomo sí savio che non pigli qualche volta degli errori; ma la buona sorte degli uomini consiste in questo: abattersi a pigliargli minori, o in cose che non importano molto.
109. Non è el frutto delle libertá, né el fine al quale le furono trovate, che ognuno governi, perché non debbe governare se non chi è atto e lo merita; ma la osservanzia delle buone legge e buoni ordini, le quali sono piú sicure nel vivere libero che sotto la potestá di uno o pochi. E questo è lo inganno che fa tanto travagliare la cittá nostra, perché non basta agli uomini essere liberi e sicuri, ma non si fermano se ancora non governano.
110. Quanto si ingannono coloro che a ogni parola allegano e' romani!
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Ricordi
di Francesco Guicciardini
pagine 100 |
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Francesco Vettori
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