114. Sono alcuni che sopra le cose che occorsono fanno in scriptis discorsi del futuro, e' quali quando sono fatti da chi sa, paiono a chi gli legge molto belli; nondimeno sono fallacissimi, perché dependendo di mano in mano l'una conclusione dell'altra, una che ne manchi, riescono vane tutte quelle che se ne deducono; e ogni minimo particulare che vari, è atto a fare variare una conclusione; però non si possono giudicare le cose del mondo sí da discosto, ma bisogna giudicarle e resolverle giornata per giornata.
115. Truovo in certi quadernacci scritti insino nel 1457, che uno savio cittadino disse giá: o Firenze disfará el Monte o el Monte disfará Firenze. Considerò benissimo essere necessario o che la cittá gli togliessi la riputazione, o che farebbe tanta multiplicazione che sarebbe impossibile reggerla; ma questa materia innanzi partorissi el disordine, ha avuto piú vita, e in effetto el moto suo piú lento, che lui forse non immaginò.
116. Chi governa gli stati non si spaventi per e' pericoli che si mostrono, ancora che paino grandi, propinqui e quasi in essere; perché, come dice el proverbio, non è sí brutto el diavolo come si dipigne. Spesso per vari accidenti e' pericoli si risolvono, e quando pure e' mali vengono, vi si truova drento qualche rimedio e qualche alleggerimento, piú che non si immaginava; e questo ricordo consideratelo bene, ché tuttodí viene in fatto.
117. È fallacissimo il giudicare per gli esempli; perché se non sono simili in tutto e per tutto non servono, conciosiaché ogni minima varietá nel caso può essere causa di grandissima variazione nello effetto, ed el discernere queste varietá, quando sono piccole, vuole buono e perspicace occhio.
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Ricordi
di Francesco Guicciardini
pagine 100 |
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Firenze Monte Monte Firenze
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