127. Ho veduto nella guerra bene spesso venire nuove per le quali giudichi avere la impresa in mal luogo; in uno tratto venire altre che pare ti promettino la vittoria, e cosí per contrario; e questa variazione accadere spessisime volte; però uno capitano buono non facilmente si invilisce o esalta.
128. Nelle cose degli stati non bisogna tanto considerare quello che la ragione mostra che dovessi fare uno principe, quanto quello che secondo la sua natura o consuetudine si può credere che faccia; perché e' principi fanno spesso non quello che doverebbono fare, ma quello che sanno o pare loro di fare; e chi si risolve con altra regola può pigliare grandissimi granchi.
129. Quello che, se si facessi, sarebbe maleficio o ingiuria, se non si fa non ha però a essere chiamato né buona opera né beneficio; perché tra lo offendere ed el beneficare, tra le opere laudabile e biasimevole è mezzo, come lo astenere dal male, lo astenersi da offendere. Non dichino adunche gli uomini: io non feci, io non dissi; perché communemente la vera laude è potere dire: io feci, io dissi.
130. Guardinsi e' principi sopra tutto da coloro che sono di natura incontentabili; perché non possono beneficargli ed empiergli tanto che basti a rendersene sicuri.
131. Grande differenzia è da avere e' sudditi malcontenti a avergli disperati. El malcontento se bene desidera di nuocerti, non si mette leggiermente in pericolo, ma aspetta le occasione, le quali talvolta non vengono mai; el disperato le va cercando e sollecitando, ed entra precipitosamente in speranza e pratiche di fare novitá; e però da quello t'hai a guardare di rado, da questo è necessario guardarti sempre.
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Ricordi
di Francesco Guicciardini
pagine 100 |
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