Però nessuna cosa è piú perniziosa che entrare in guerre con gli assegnamenti di tempo in tempo, se non ha numerato grosso; perché è el modo non a finire la guerra, ma a nutrirla.
150. Non basti a farvi fidare o rimettere in uomini ingiuriati da voi el cognoscere che di quello negocio medesimo risulterebbe, conducendolo bene, anche utilitá ed onore a loro; perché può in certi uomini per natura tanto la memoria delle ingiurie, che gli tira a vendicarsi contro al proprio commodo; o perché stimino piú quella satisfazione, o perché la passione gli acciechi in modo che non vi discernino drento quello che sarebbe l'onore e utile suo, e tenete a mente questo ricordo, perché molti ci errano.
151. Abbiate sempre la mira, come è anche detto sopra de' príncipi, non tanto a quello che gli uomini con chi avete a negociare doverrebbono fare per ragione, quanto quello che si può credere che faccino, considerata bene la natura e costumi loro.
152. Abbiate grandissima circumspezione innanzi entriate in imprese o faccende nuove, perché doppo el principio bisogna andare per necessitá; e però interviene spesso che gli uomini si conducono a camminare per difficultá, che se prima n'avessino immaginato la ottava parte, se ne sarebbono alienati mille miglia; ma come sono imbarcati, non è in potestá loro ritirarsi. Accade questo massime nelle inimicizie, nelle parzialitá, nelle guerre; nelle quali cose e in tutte l'altre, innanzi si piglino, non è considerazione o diligenzia sí esatta che sia superflua.
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Ricordi
di Francesco Guicciardini
pagine 100 |
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