Pagina (84/100)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

     
     
      161. Quando io considero a quanti accidenti e pericoli di infirmitá, di caso, di violenzia ed in modi infiniti, è sottoposta la vita dell'uomo; quante cose bisogna concorrino nello anno a volere che la ricolta sia buona; non è cosa di che io mi maravigli piú, che vedere uno uomo vecchio, uno anno fertile.
     
      162. E nelle guerre e in molte cose importante ho veduto spesso lasciare di fare la provisione per giudicare che le sarebbono tarde; e nondimanco si è visto poi, che le sarebbono state in tempo, e che el pretermetterle ha fatto grandissimo danno; e tutto procede, che communemente el moto delle cose è molto piú lento che non si disegna, in modo che spesso non è fatto in tre o quattro mesi quello che tu giudicavi doversi fare in uno; e questo è ricordo importante e da avvertire.
     
      163. Quanto fu accomodato quello detto degli antichi: Magistratus virum ostendit! Non è cosa che scuopra piú la qualitá degli uomini che dare loro faccende e autoritá. Quanti dicono bene, che non sanno fare! Quanti in sulle panche e sulle piazze paiono uomini eccellenti che adoperati riescono ombre!
     
      164. La buona fortuna degli uomini è spesso el maggiore inimico che abbino, perché gli fa diventare spesso cattivi, leggieri, insolenti; però è maggiore paragone di uno uomo el resistere a questa che alle avversitá.
     
      165. Da uno canto pare che uno principe, uno padrone debba cognoscere meglio la natura de' sudditi e servidori suoi che alcuno altro; perché per necessitá bisogna gli venghino per le mani molte voglie, disegni e andamenti loro; da altro, è tutto el contrario, perché con ogni altro negociano piú apertamente, ma con questi usano ogni diligenzia, ogni arte per palliare la natura e le fantasie loro.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Ricordi
di Francesco Guicciardini
pagine 100

   





Magistratus