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      193. Avvertisca sopra tutto chi tiene pratiche contro agli stati a non le tenere con lettere, perché spesso sono intercette e fanno testimonio che non si può negare; e benché ci siano oggi molti modi cauti di scrivere, sono anche molto in luce le arte del ritrovargli. Piú sicuro assai è a adoperare uomini propri che lettere, e però è troppo difficile e pericoloso agli uomini privati entrare in queste pratiche, perché non hanno copia d'uomini a chi commettere, e di quelli pochi non si possono molto fidare, perché è troppo guadagno e poca perdita ingannare privati per fare piacere a' príncipi.
     
      194. Se bene bisogna procedere alle cose pesatamente, non si vuole però proporsi nelle faccende tanta difficultá che l'uomo, pensando non possino riuscire, si fermi; anzi, bisogna ricordarsi che nel maneggiare si scuopre piú facilitá, e che faccendo, le difficultá per sé medesime si sgruppano. E questo è verissimo, e chi negocia lo vede tuttodí in fatto; e se papa Clemente se ne ricordassi, conducerebbe spesso le cose sue e piú in tempo con piú riputazione.
     
      195. Chi è apresso a' principi e desidera ottenere grazie o favori per sé o per amici, ingegnisi quanto può di non avere a dimandare spesso direttamente, ma cerchi o aspetti occasione di proporle e introdurle con qualche destrezza, le quali quando vengono bisogna pigliarle subito e non le lasciare passare. Chi fa cosí, conduce le cose con molto maggiore facilitá, e con molto minore fastidio del principe; e ottenuta che n'ha una, resta piú fresco e piú libero potere ottenerne un'altra.


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Ricordi
di Francesco Guicciardini
pagine 100

   





Clemente