E però Piero, stimolato parte dalla leggierezza propria parte dall'ambizione di altri, ma non volendo che a notizia di Lodovico Sforza pervenisse che da sé si contradicesse al consiglio proposto da lui, richiese il re che, dimostrando d'avere dappoi considerato che senza molta confusione non si potrebbeno eseguire questi atti comunemente, confortasse che ciascuno, seguitando gli esempli passati, procedesse da se medesimo: nella quale domanda il re, desideroso di compiacergli, ma non tanto che totalmente ne dispiacesse a Lodovico, gli sodisfece piú dell'effetto che del modo; conciossiacosaché e' non celò che non per altra cagione si partiva da quel che prima avea consentito che per l'instanza fatta da Piero de' Medici. Dimostrò di questa subita variazione maggiore molestia Lodovico che per se stessa non meritava l'importanza della cosa, lamentandosi gravemente che, essendo già nota al pontefice e a tutta la corte di Roma la prima deliberazione e chi ne fusse stato autore, ora studiosamente si ritrattasse, per diminuire la sua reputazione. Ma gli dispiacque molto piú che, per questo minimo e quasi non considerabile accidente, cominciò a comprendere che Piero de' Medici avesse occultamente intelligenza con Ferdinando: il che, per le cose che seguitorono, venne a luce ogni dí piú chiaramente.
Lib.1, cap.3
La vendita dei castelli di Franceschetto Cibo nel Lazio a Verginio Orsino. L'indignazione del pontefice e gli incitamenti di Lodovico Sforza. Questi cerca distogliere dall'amicizia per Ferdinando d'Aragona Piero de' Medici.
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