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      E essendogli il duca di Milano congiuntissimo di sangue, come potere almeno assicurarsi Lodovico che il re non avesse in animo liberarlo dalla sua oppressione? avendo massime pochi anni innanzi affermato palesemente che non comporterebbe che Giovan Galeazzo suo cugino fusse conculcato sí indegnamente. Non avere tale condizione le cose aragonesi che la speranza della debolezza loro dovesse dare a' franzesi ardire d'assaltarle, essendo egli bene ordinato di molta e fiorita gente d'arme, abbondante di bellicosi cavalli, di munizioni, di artiglierie e di tutte le provisioni necessarie alla guerra, e con tanta copia di danari che senza incomodità potrebbe quanto gli fusse necessario augumentarle; e oltre a molti peritissimi capitani preposto al governo degli eserciti e armi sue il duca di Calavria suo primogenito, capitano di fama grande e di virtú non minore, e esperimentato per molti anni in tutte le guerre d'Italia. Aggiugnersi alle forze proprie gli aiuti pronti de' suoi medesimi, perché non essere da dubitare gli mancasse il soccorso del re di Spagna, suo cugino e fratello della moglie, sí per il vincolo doppio del parentado come perché gli sarebbe sospetta la vicinità de' franzesi alla Sicilia. Queste cose si dicevano da Ferdinando publicamente, magnificando la sua potenza e estenuando quanto poteva le forze e l'opportunità degli avversarii; ma, come era re di singolare prudenza e di esperienza grandissima, intrinsecamente gravissimi pensieri lo tormentavano, avendo fissa nell'animo la memoria de' travagli avuti, nel principio del regno suo, da questa nazione.


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Storia d'Italia
di Francesco Guicciardini
pagine 2094

   





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