Perché avendo gli avversari avuto tempo di fare potente provisione, era già entrato in Genova il baglí di Digiuno con dumila svizzeri soldati dal re di Francia, e già in ordine molte delle navi e delle galee le quali in quel porto si armavano; arrivatavi similmente una parte de' legni armati a Marsilia; e Lodovico, non perdonando a spesa alcuna, v'avea mandato Guasparri da San Severino detto il Fracassa e Antonio Maria suo fratello con molti fanti; e per aiutarsi non meno della benivolenza de' genovesi medesimi che delle forze forestiere, stabilito, con doni con provisioni con danari con promesse e con vari premi l'animo di Giovan Luigi dal Fiesco fratello di Obietto, degli Adorni e di molti altri gentiluomini e popolari, importanti a tenere ferma alla sua divozione quella città; e da altra parte chiamato a Milano, da Genova e delle terre delle riviere, molti seguaci de' fuorusciti. A questi provedimenti, potenti per se stessi, aggiunse molto di riputazione e di fermezza la persona di Luigi duca di Orliens, il quale, ne' medesimi dí che l'armata aragonese si scoperse nel mare di Genova, entrò per commissione del re di Francia in quella città, avendo prima parlato in Alessandria sopra le cose comuni con Lodovico Sforza; il quale (come sono piene di oscure tenebre le cose de' mortali) l'aveva ricevuto lietamente e con grande onore, ma come pari, non sapendo quanto presto in potestà di lui avesse a essere costituito lo stato e la vita sua. Queste cose furono cagione che gli aragonesi, che prima avevano disegnato di presentarsi con l'armata nel porto di Genova, sperando che i seguaci de' fuorusciti facessino qualche sollevazione, mutato consiglio, deliberorno d'assaltare le riviere; e dopo qualche varietà di opinione, in quale riviera o di levante o di ponente fusse da cominciare, seguitato il parere di Obietto, che si prometteva molto degli uomini della riviera di levante, si dirizzorno alla terra di Portovenere; alla quale terra, perché da Genova vi erano stati mandati quattrocento fanti e gli animi degli abitatori confermati da Gianluigi dal Fiesco che era venuto alla Spezie, dettono piú ore invano la battaglia, in modo che, perduta la speranza di espugnarla, si ritirorno nel porto di Livorno per rinfrescarsi di vettovaglie e accrescere il numero de' fanti; perché intendendo le terre della riviera essere bene provedute, giudicavano necessarie forze maggiori.
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