Fu publicato da molti la morte di Giovan Galeazzo essere proceduta da coito immoderato, nondimeno si credette universalmente per tutta Italia che e' fusse morto non per infermità naturale né per incontinenza, ma di veleno; e Teodoro da Pavia, uno de' medici regi, il quale era presente quando Carlo lo visitò, affermò averne veduto segni manifestissimi. Né fu alcuno che dubitasse che se era stato veleno non gli fusse stato dato per opera del zio, come quello che, non contento di essere con assoluta autorità governatore del ducato di Milano e avido, secondo l'appetito comune degli uomini grandi, di farsi piú illustre co' titoli e con gli onori, e molto piú per giudicare che alla sicurtà sua e alla successione de' figliuoli fusse necessaria la morte del principe legittimo, avesse voluto trasferire e stabilire in sé la potestà e il nome ducale; dalla quale cupidità fusse a cosí scelerata opera stata sforzata la sua natura, mansueta per l'ordinario e aborrente dal sangue. E fu creduto quasi da tutti questa essere stata sua intenzione insino quando cominciò a trattare che i franzesi passassino in Italia, parendogli opportunissima occasione di metterla a effetto in tempo nel quale, per essere il re di Francia con tanto esercito in quello stato, avesse a mancare a ciascuno l'animo di risentirsi di tanta sceleratezza. Credettono altri questo essere stato nuovo pensiero, nato per timore che 'l re, come sono subiti i consigli de' franzesi, non procedesse precipitosamente a liberare Giovan Galeazzo da tanta soggezione, movendolo o il parentado e la compassione della età o il parergli piú sicuro per sé che quello stato fusse nella potestà del cugino che di Lodovico; la fede del quale non mancavano persone grandi appresso a lui che continuamente si sforzassino fargli sospetta.
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