Forní nondimeno di nuove guardie la cittadella nuova, e arebbe fornito la vecchia se glien'avessino consentito i pisani: i quali crescevano ogni dí d'animo e di forze, perché il duca di Milano, giudicando essere necessario che in Pisa fusse maggiore presidio e un condottiere di qualche esperienza e valore, v'aveva, benché coprendosi, con le solite arti, del nome de' genovesi, mandato Lucio Malvezzo con nuove genti. Né recusando occasione alcuna di fomentare le molestie de' fiorentini, acciocché fussino piú impediti a offendere i pisani, condusse Iacopo d'Appiano signore di Piombino e Giovanni Savello, a comune co' sanesi, per dare loro animo a sostenere Montepulciano; la quale terra essendosi nuovamente ribellata da' fiorentini a' sanesi, era stata accettata da loro senza rispetto della confederazione che avevano insieme.
Lib.2, cap.2
Discorso di Paolantonio Soderini intorno all'ordinamento interno di Firenze. Discorso di Guidantonio Vespucci sul medesimo argomento. Autorità di Gerolamo Savonarola in Firenze. Ordinamento della repubblica.
Né erano in questo tempo i fiorentini in minore ansietà e travaglio per le cose intestine; perché, per riordinare il governo della republica, avevano, subito dopo la partita da Firenze del re, nel parlamento, che secondo gli antichi costumi loro è una congregazione della università de' cittadini in sulla piazza del palagio publico, i quali con voci scoperte deliberano sopra le cose proposte dal sommo magistrato, costituita una specie di reggimento che, sotto nome di governo popolare, tendeva in molte parti piú alla potenza di pochi che a partecipazione universale.
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