Né mancò chi credesse, perché la natura facinorosa del pontefice faceva credibile in lui qualunque iniquità, che Baiset, come intese il re di Francia prepararsi a passare in Italia, l'avesse, per mezzo di Giorgio Bucciardo, corrotto con danari a privare Gemin della vita. Ma non cessando per la sua morte Carlo, il quale piú con prontezza d'animo che con prudenza e consiglio procedeva, di pensare alla guerra contro a' turchi, mandò in Grecia l'arcivescovo di Durazzo di nazione albanese, perché gli dava speranza di suscitare, per mezzo di certi fuorusciti, qualche movimento in quella provincia. Ma nuovi accidenti lo costrinsono a volgere l'animo a nuovi pensieri.
Lib.2, cap.4
Preoccupazioni e timori di Lodovico Sforza e di Venezia per la nuova condizione politica d'Italia. Preoccupazioni del pontefice e di Massimiliano. Confederazione tra il pontefice il re de' romani i re di Spagna i veneziani e il duca di Milano. Carlo VIII continua a non tener fede ai patti concordati co' fiorentini. Principia il malcontento nei sudditi del reame di Napoli contro i francesi.
E detto di sopra che la cupidità d'usurpare il ducato di Milano, e la paura che aveva degli Aragonesi e di Piero de' Medici, indussono Lodovico Sforza a procurare che 'l re di Francia passasse in Italia; per la venuta del quale, poiché ebbe ottenuto il suo ambizioso desiderio, e che gli Aragonesi furono ridotti in tante angustie che con difficoltà poteano la propria salute sostentare, cominciò a presentarsigli innanzi agli occhi il secondo timore molto piú potente e molto piú giusto che 'l primo, cioè la servitú imminente a sé e a tutti gli italiani se alla potenza del re di Francia il reame di Napoli s'aggiugnesse.
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