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      Ma poco moveva Orliens la vanità di queste minaccie. Il quale, subito che aveva avuto notizia trattarsi di fare la nuova confederazione, aveva atteso a fortificare Asti, e con grande instanza sollecitato che di Francia venissino nuove genti; le quali, essendo state dimandate dal re che venissino in soccorso proprio, cominciavano con prestezza a passare i monti: e perciò Orliens, non temendo degli inimici, uscito alla campagna, prese nel marchesato di Saluzzo la terra e la rocca di Gualfinara, posseduta da Antonio Maria da San Severino; donde Galeazzo, che prima aveva prese alcune piccole castella, si ritirò con l'esercito ad Anon, terra del ducato di Milano vicina ad Asti, non avendo né speranza di potere offendere né timore di essere offeso. Ma la natura di Lodovico, inclinatissima a implicarsi prontamente in imprese che ricercavano grandissime spese, e per contrario alienissima, benché nelle maggiori necessità, dallo spendere, fu cagione di mettere lo stato suo in gravissimi pericoli; perché per la scarsità de' pagamenti erano venuti pochissimi de' fanti alamanni, e per la medesima strettezza le genti che erano con Galeazzo ogni giorno diminuivano: e per contrario, sopravenendo continuamente gli aiuti di Francia, i quali, per essere chiamati al soccorso della persona del re, passavano con grande prontezza, il duca d'Orliens aveva già insieme trecento lancie tremila fanti svizzeri e tremila guasconi: e benché da Carlo gli fusse stato precisamente comandato che, astenendosi da ogni impresa, stesse preparato a potere, quando fusse chiamato, farsegli incontro, nondimeno, come è difficile il resistere agli interessi propri, deliberò di accettare l'occasione d'occupare la città di Novara, nella quale offerivano di metterlo due Opizini Caza, l'uno cognominato nero l'altro cognominato bianco, gentil'uomini di quella città; a' quali era molto odioso il duca di Milano, perché a loro e a molti altri novaresi


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Storia d'Italia
di Francesco Guicciardini
pagine 2094

   





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