E nondimeno non furono al tutto inutili le genti sforzesche, perché, ancora che non combattessino, ritennono l'antiguardia franzese che non soccorresse dove il re, con la minore e molto piú debole parte dello esercito, sosteneva con gravissimo pericolo tutto il peso della giornata. Né è questa opinione confermata, se io non mi inganno, piú dall'autorità che dalla ragione. Perché, come è verisimile che se in Lodovico Sforza fusse stata questa intenzione, non avesse piú presto ordinato a' capitani suoi che dissuadessino l'opporsi al transito de' franzesi? conciossiaché, se il re avesse ottenuta la vittoria non sarebbono state piú salve che l'altre le genti sue, tanto propinque agli inimici, ancora che non si fussino mescolate nella battaglia; e con che discorso, con che considerazione, con che esperienza delle cose, si poteva promettere che, combattendosi, avesse a essere tanto pari la fortuna che il re di Francia non avesse a essere né vinto, né vincitore? Né contro al consiglio de' suoi si sarebbe combattuto, perché le genti viniziane, mandate in quello stato solamente per sicurtà e salute sua, non arebbono discrepato dalla volontà de' suoi capitani.
Levossi Carlo con l'esercito, la seguente mattina innanzi giorno, senza sonare trombette, per occultare il piú poteva la sua partita; né fu per quel dí seguitato dall'esercito de' collegati, impedito, quando bene avesse voluto seguitarlo, dall'acque del fiume, ingrossato tanto la notte per nuova pioggia che non si potette, per una grande parte del dí, passarlo.
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Lodovico Sforza Francia Carlo
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