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      Ma non si poteva, in tempo sí breve, sperare soccorso alcuno se non dalle genti medesime cheerano nel regno. Però monsignore di Persí, uno de' capitani regi, avendo seco i svizzeri e una parte delle lancie franzesi, e accompagnato dal principe di Bisignano e da molti altri baroni, si mosse verso Napoli. La venuta del quale presentendo Ferdinando, mandò loro incontro a Eboli il conte di Matalona, con uno esercito la maggiore parte tumultuario, raccolto di confidati e d'amici: il quale, benché molto maggiore di numero, riscontratosi con gli inimici al lago Pizzolo vicino a Eboli, subito come si accostorono si messe in fuga senza combattere, restando nel fuggire prigione Venanzio figliuolo di Giulio da Varano signore di Camerino: ma perché non furono seguitati molto da' franzesi, si ridussono, ricevuto pochissimo danno, a Nola e dipoi a Napoli. Seguitorono i vincitori l'impresa del soccorrere le castella, e con tanta riputazione per la vittoria acquistata, che Ferdinando ebbe inclinazione d'abbandonare un'altra volta Napoli. Ma ripreso animo per i conforti de' napoletani, mossi non meno dal timore proprio, causato dalla memoria della ribellione, che dall'amore di Ferdinando, si fermò a Cappella; e per proibire che gli inimici non si accostassino al castello, finita una tagliata grande già cominciata dal monte di Santo Ermo insino a Castello dell'Uovo, providde di artiglierie e di fanti tutti i poggi insino a Cappella e sopra a Cappella: in modo che, con tutto che i franzesi, i quali erano venuti per la via di Salerno a Nocera per la Cava e per il monte di Pié di Grotta, si conducessino in Chiaia presso a Napoli, nondimeno essendo ogni cosa bene difesa, e dimostrandosi valorosamente Ferdinando e molestandogli molto l'artiglierie, massimamente quelle che erano piantate in sul poggio di Pizzifalcone, il qual poggio è imminente a Castel dell'Uovo, e dove già furono le delicatezze e le suntuosità tanto famose di Lucullo, non potettono passare piú innanzi né accostarsi a Cappella, né avendo facoltà di soggiornarvi, perché la natura, benignissima a quella costiera di tutte l'altre amenità, gli ha dinegato l'acque dolci, furono costretti a ritirarsi piú presto che non arebbono fatto, lasciati nel levarsi due o tre pezzi d'artiglieria e parte delle vettovaglie condotte per mettere nelle castella, e se ne andorono verso Nola: a' quali per opporsi, Ferdinando, lasciato assediato il castello, si fermò con le sue genti nel piano di Palma presso a Sarni.


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Storia d'Italia
di Francesco Guicciardini
pagine 2094

   





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