Lib.3, cap.2
Difficoltà create a' fiorentini da' potentati della lega. Lotta di fazioni in Perugia e nell'Umbria. Vani tentativi di Piero de' Medici per avere aiuti sufficienti ad entrare in Firenze. Verginio Orsino passa al soldo del re di Francia.
Le quali mentre che s'aspettano, non mancavano da altre parti a' fiorentini nuovi e pericolosi travagli, suscitati principalmente da' potentati della lega. I quali, a fine di interrompere l'acquisto di Pisa e di costrignergli a separarsi dalla confederazione del re di Francia, confortorono Piero de' Medici che con l'aiuto di Verginio Orsino, il quale fuggito del campo de' franzesi il dí del fatto d'arme del Taro era tornato a Bracciano, tentasse di ritornare in Firenze; cosa facile a persuadere all'uno e all'altro, perché a Verginio era molto a proposito, in qualunque evento fusse per avere questo conato, raccorre co' danari d'altri i suoi antichi soldati e partigiani e rimettersi in sulla riputazione dell'armi; e a Piero, secondo il costume de' fuorusciti, non mancavano varie speranze, per gli amici che aveva in Firenze, ove anche intendeva dispiacere a molti de' nobili il governo popolare, e per gli aderenti e seguaci assai che per la inveterata grandezza della famiglia sua avea in tutto il dominio fiorentino. Credettesi che questo disegno avesse avuto origine a Milano, perché Verginio quando fuggí da' franzesi era andato subito a visitare il duca, ma si stabilí poi in Roma, ove fu trattato molti dí appresso al pontefice dall'oratore veneto e dal cardinale Ascanio, il quale procedeva per commissione di Lodovico suo fratello.
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