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      Da' quali tumulti essendo nate molte uccisioni nelle terre vicine per conto delle parti, sollecite ne' tempi sospetti a sollevarsi, o per sete d'ammazzare gl'inimici o per paura di non essere prevenuti da loro, i perugini concitati contro a' fulignati avevano mandato il campo a Gualdo; dove avendo data la battaglia invano, diffidatisi di poterlo ottenere con le loro forze, accettorono gli aiuti di Verginio, il quale si offerse loro acciocché al nome della guerra e delle prede concorressino piú facilmente i soldati. E nondimeno, stimolati da lui e da Piero de' Medici di aiutare scopertamente la impresa loro, o almeno di concedere qualche pezzo d'artiglieria e il ricetto per le genti loro a Castiglione del Lago, che confina col territorio di Cortona, e comodità di vettovaglie per l'esercito, non consentivano alcuna di queste dimande, ancora che delle cose medesime facesse instanza grandissima in nome del duca di Milano il cardinale Ascanio, e il pontefice con brevi veementi e minatori lo comandasse; perché essendo stati, dopo l'occupazione di Corciano, aiutati da' fiorentini con qualche somma di danari, i quali di piú avevano a Guido e a Ridolfo principali della casa de' Baglioni costituita annua provisione, e condotto a' suoi stipendi Giampagolo figliuolo di Ridolfo, si erano ristretti con loro: alieni oltre a questo dalla congiunzione del pontefice, perché temevano che il favore suo fusse inclinato agli avversari, oche per occasione delle loro divisioni aspirasse a rimettere in tutto quella città sotto l'ubbidienza della Chiesa.


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Storia d'Italia
di Francesco Guicciardini
pagine 2094

   





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