Però Ferdinando, privato d'ogn'altra speranza, perché di Spagna non aspettava nuovi sussidi né volevano gli altri collegati sottomettersi a tanta spesa, convenne col senato viniziano, promettendo l'osservanza per ciascuna delle parti il pontefice e gli oratori de' re di Spagna in nome de' suoi re, che i viniziani mandassino nel regno in soccorso suo il marchese di Mantova loro capitano, con settecento uomini d'arme cinquecento cavalli leggieri e tremila fanti, e vi mantenessino l'armata di mare la quale allora vi avevano, ma con patto di potere rivocare questi sussidi ogni volta che per difesa propria n'avessino di bisogno; e gli prestassino per le necessità presenti quindicimila ducati: e perché fussino assicurati di recuperare le spese farebbono, che Ferdinando consegnasse loro Otranto, Brindisi e Trani, e consentisse ritenessino Monopoli e Pulignano che avevano ancora in mano, ma con condizione di dovergli restituire quando ne fussino rimborsati; ma non potessino allegare che, o per conto della guerra o della guardia o delle fortificazioni che vi facessino, passassino la somma di dugentomila ducati. I quali porti, per essere nel mare di sopra, e perciò molto opportuni a Vinegia, accrescevano assai la loro grandezza: la quale, non avendo piú chi se gli opponesse, né essendo uditi piú, dopo la protezione accettata de' pisani, i consigli di coloro che arebbono voluto che a' venti che sí prosperi si dimostravano le vele piú lentamente si spiegassino, cominciava a distendersi per tutte le parti d'Italia; perché, oltre alle cose del regno di Napoli e di Toscana, avevano di nuovo condotto Astore signore di Faenza e accettata la protezione del suo stato, il quale era molto accomodato a tenere in timore i fiorentini, la città di Bologna e tutto il resto di Romagna.
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