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      La quale convenzione come fu fatta, Lodovico, accompagnato dagli oratori de' collegati, andò a Manzo, luogo di là dalle Alpi a' confini di Germania, ad abboccarsi seco; nel quale luogo avendo parlato lungamente, ed essendosi il medesimo dí ritirato di qua dall'Alpi a Bormi, terra del ducato di Milano, Cesare il dí seguente, sotto specie di andare cacciando, si trasferí nel luogo medesimo: ne' quali colloqui di due dí avendo Cesare stabilito con loro il tempo e il modo del passare, se ne tornò in Germania per sollecitare l'esecuzione di quel che s'era deliberato. Ma raffreddando intanto il romore delle preparazioni franzesi, in modo che a questo effetto non pareva piú necessario il farlo passare, Lodovico disegnò di servirsi, ad ambizione, di quello che prima aveva procurato per propria sicurtà. Però continuando di sollecitarlo a passare, né volendo i viniziani concorrere a promettergli trentamila ducati, i quali dimandava oltre a' primi sessantamila che gli erano stati promessi, si obligò egli a questa dimanda; tanto che finalmente passò Cesare in Italia, poco innanzi alla morte di Ferdinando: la quale intesa quando era già vicino a Milano, ebbe qualche pensiero di favorire che il regno di Napoli pervenisse in Giovanni figliuolo unico del re di Spagna, suo genero; ma essendogli dimostrato da Lodovico che questo, essendo molesto a tutta Italia, disunirebbe i confederati e conseguentemente faciliterebbe i disegni del re di Francia, non solo se ne astenne ma favorí con lettere la successione di Federigo.


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Storia d'Italia
di Francesco Guicciardini
pagine 2094

   





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