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      Movevagli inoltre la speranza d'avere, per la passata del re, a recuperare Pietrasanta e Serezana, le quali terre non potevano sperare di ottenere da' confederati; e molto piú perché, facendo giudicio piú da' meriti loro e da quello che tolleravano per il re che dalla sua natura o consuetudine, si persuadevano d'avere a conseguire, per mezzo della sua vittoria, non solo Pisa ma quasi tutto il resto di Toscana: nutriti in questa persuasione dalle parole di Ieronimo Savonarola, il quale continuamente prediceva molte felicità e ampliazioni di imperio, destinate dopo molti travagli a quella republica, e grandissimi mali che accadrebbono alla corte romana e a tutti gli altri potentati d'Italia; al quale benché non mancassino de' contradittori, nondimeno dalla maggiore parte del popolo gli era prestata fede grande, e molti de' principali cittadini, chi per bontà chi per ambizione chi per timore, gli aderivano. In modo che essendo i fiorentini disposti a continuare nell'amicizia del re di Francia, non pareva senza ragione che i confederati tentassino di ridurgli con la forza a quello da che con la volontà erano alieni; e si giudicava impresa non difficile, perché erano odiati da tutti i vicini, non potevano sperare aiuto dal re di Francia, conciossiacosaché avendo abbandonato la salute de' suoi medesimi era credibile avesse a dimenticarsi quella degli altri, e le spese gravissime con la diminuzione dell'entrate, sopportate già tre anni, gli avevano talmente esausti che non si credeva potessino tollerare lunghi travagli.


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Storia d'Italia
di Francesco Guicciardini
pagine 2094

   





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