Può essere ancora che da quegli medesimi ministri da' quali, l'anno dinanzi, era stata impedita la passata del re in Italia e il soccorso del regno di Napoli, fussino usate l'arti medesime di impedire la impresa presente con la difficoltà delle provisioni; e tanto piú che era fama che 'l duca di Milano, il quale a' sudditi suoi faceva gravi esazioni, donasse assai al duca di Borbone e ad altri di quegli che potevano appresso al re: la quale infamia si distendeva non meno al cardinale di San Malò. Ma come si sia, certo è che il duca d'Orliens, destinato a passare in Asti e sollecitatone molto dal re, fece tutte le preparazioni necessarie a tale andata ma ritardò, o perché non confidasse nelle provisioni che si facevano o perché, come molti interpretavano, partisse malvolentieri del regno di Francia, essendo il re continuamente indisposto della persona, e in caso della sua morte senza figliuoli appartenendo a lui la successione della corona.
Ma il re, non gli essendo riuscita la speranza della mutazione di Genova e di Savona, ristrinse le pratiche cominciate co' re di Spagna, ritardate per una sola difficoltà: che il re di Francia, desiderando di restare espedito alle imprese di qua da' monti, recusava che nella tregua che si trattava si comprendessino le cose d'Italia; e i re di Spagna, dimostrando di non fare difficoltà di consentire alla sua volontà per altro che per rispetto del loro onore, facevano instanza che vi si comprendessino, perché, essendo la intenzione comune fare la tregua perché con maggiore facilità si trattasse la pace, potrebbono con maggiore onestà partirsi dalla confederazione che avevano con gli italiani.
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