La quale restituzione, fatta poco giustificatamente, benché alla riputazione del re in Italia importasse molto, nondimeno non dimostrò di risentirsene come sarebbe stato conveniente; anzi avendo mandato Ercole uno imbasciadore a lui a scusarsi che, per essere lo stato suo contiguo a' viniziani e al duca di Milano che avevano mandato a denunziargli quasi la guerra, era stato costretto a ubbidire alla necessità, l'udí con la medesima negligenza che se avesse trattato di cose leggiere, come quello che, oltre al procedere quasi a caso in tutte le sue azioni, continuava nelle consuete angustie e difficoltà. Perché era in lui ardentissima come prima la inclinazione del passare in Italia, e aveva, piú che avesse avuto mai, potentissime occasioni: la tregua fatta co' re di Spagna, l'avere i svizzeri confermata seco di nuovo la confederazione e l'essere nate tra' collegati molte cause di disunione; ma lo impediva con varie arti la maggior parte di quegli che erano intorno a lui, proponendogli, alcuni di loro, piaceri, alcuni confortandolo al fare la impresa ma con apparato sí potente per terra e per mare e con tanta provisione di danari che era necessario si interponesse lungo spazio di tempo, altri servendosi d'ogni difficoltà e occasione; né mancando il cardinale di San Malò di usare la solita lunghezza nelle espedizioni de' danari: in modo che non solo il tempo di passare in Italia era piú incerto che mai ma si lasciavano oltre a ciò cadere le cose già quasi condotte alla perfezione.
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