Maggiore difficoltà era nella concordia col re de' romani, il quale, con l'occasione di alcune sollevazioni nate nel paese, era entrato nella Borgogna, aiutato a questo effetto di non piccola somma di danari dal duca di Milano, che si persuadeva o che la guerra di Cesare divertirebbe il re di Francia dalle imprese d'Italia o che, facendosi concordia tra loro, vi sarebbe compreso, come da Cesare aveva certissime promesse; ma dopo lunghe pratiche e agitazioni il re fece nuova pace con l'arciduca rendendogli le terre del contado di Artois, la qual cosa perché avesse effetto, in beneficio del figliuolo, consentí il re de' romani di fare tregua con lui per piú mesi, senza menzione del duca di Milano, col quale pareva in questo tempo sdegnato, perché non aveva sempre sodisfatto alle domande sue infinite di danari. Aveva oltre a queste cose il re confermata la pace fatta dallo antecessore suo col re d'Inghilterra: e rifiutando tutte le pratiche che gli erano state proposte di ricevere a qualche composizione il duca di Milano, che con grandissime offerte e usando grandissime corruttele si sforzava di indurvelo, cercava di congiugnere seco in uno tempo medesimo i viniziani e i fiorentini; e però faceva grandissima instanza che, levate l'offese contro a' pisani, i viniziani dipositassino Pisa in sua mano, e perché i fiorentini vi consentissino offeriva secretamente di restituirla loro fra breve tempo. La quale pratica, piena di molte difficoltà e concorrendovi diversi fini e interessi, fu per molti mesi trattata variamente.
| |
Borgogna Milano Cesare Francia Italia Cesare Artois Milano Inghilterra Milano Pisa
|