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      io suo gli fussino proposti da' pisani: restituissinsi a' padroni i beni mobili e immobili occupati da ogni parte, intendendosi ciascuno assoluto da' frutti presi; e in tutte l'altre cose lasciate illese le ragioni de' fiorentini in Pisa e nel suo territorio, e proibito a' pisani che circa le fortezze e qualunque altra cosa non macchinassino contro alla republica fiorentina.
      Publicato il lodo in Vinegia, si levorono per tutta la città e nella nobiltà, contro a Ercole e contro a' principali che avevano maneggiato questa pratica, molte querele; biasimandosi per la maggiore parte che a' pisani si mancasse, con grandissima infamia della republica, della fede promessa, e lamentandosi che delle spese fatte nella guerra non fusse stata avuta la considerazione conveniente. Le quali querele accendevano assai i loro oratori, che innanzi al lodo dato stati tenuti artificiosamente da' viniziani in speranza che indubitatamente resterebbono con piena libertà e che sarebbe aggiudicato loro non solo il resto del contado ma forse il porto di Livorno, si risentivano tanto piú quanto piú gli effetti riuscivano contrari a quello che si erano persuasi; lamentandosi che le promesse della conservazione della libertà fatte loro tante volte da quel senato, sotto la fede del quale avevano disprezzato l’amicizia di tutti gli altri potentati e rifiutato piú volte condizioni molto migliori offerte da' fiorentini, fussino sí indegnamente violate, né proveduto anche alla loro sicurtà se non con apparenze vane.


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Storia d'Italia
di Francesco Guicciardini
pagine 2094

   





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