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      E veniva in considerazione che, dichiarandosi per Lodovico, il re potrebbe similmente, per mezzo del pontefice e de' viniziani confederati suoi, impedire la recuperazione di Pisa. Però deliberorno in ultimo di non muoversi in favore né del re di Francia né del duca di Milano, e in questo mezzo fare la impresa di Pisa, alla quale pensavano bastare le forze proprie; e nondimeno, per non dare a Lodovico cagione di interromperla, usando seco le sue arti, tenerlo in piú speranza potessino. E però, dopo avere differito molti dí a dargli risposta, mandorno uno segretario publico a fargli intendere che la intenzione della republica era, in quanto all'effetto, la medesima che la sua, ma essere qualche discrepanza nel modo: perché erano determinati, recuperato che avessino Pisa, di non gli mancare degli aiuti dimandati, ma conoscere molto pernicioso il farne seco espressa convenzione, perché non si potendo nelle città libere tali cose espedire senza consentimento di molti non potevano essere segrete, e palesandosi darebbeno occasione al re di Francia di fare che il pontefice e i viniziani soccorressino i pisani; donde la promessa sarebbe nociva a loro e a lui inutile, perché non espugnando Pisa non sarebbono obligati né potrebbono aiutarlo. Però giudicare che e' bastasse la fede che si dava a parole col consentimento de' cittadini principali, dall'autorità de' quali tutte le deliberazioni publiche dependevano; né recusare per altra cagione il convenirne seco per scrittura; offerendo finalmente, per maggiore dichiarazione dell'animo loro, che se da lui si dimostrasse qualche modo da potere, fuggendo tanto danno, sodisfare al desiderio suo sarebbeno parati a eseguirlo.


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Storia d'Italia
di Francesco Guicciardini
pagine 2094

   





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