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      Però Lodovico, lasciata a' confini de' viniziani sotto il conte di Gaiazzo leggiera difesa, mandò Galeazzo da San Severino di là dal fiume del Po, con mille seicento uomini d'arme mille cinquecento cavalli leggieri diecimila fanti italiani e cinquecento fanti tedeschi; ma piú con intenzione di attendere alla difesa delle terre che di resistere nella campagna, perché giudicava che l'allungare gli fusse utile per molte cagioni, e specialmente perché di dí in dí sperava la conclusione dell'accordo trattato in nome suo dal Visconte tra Massimiliano e le leghe de' svizzeri, il quale subito che avesse avuto perfezione gli erano promessi aiuti potenti da lui, ma altrimenti non solo non ne poteva sperare ma gli era difficile il soldare fanti in quelle parti, perché i moti che vi erano grandissimi tiravano gli uomini del paese a quella guerra.
     
      Lib.4, cap.9
     
      Conquista di diverse terre del ducato di Milano da parte dei francesi. Lodovico Sforza incita i sudditi alla resistenza. La perdita di Alessandria. Pavia s'accorda coi francesi e i veneziani fanno scorrerie fino a Lodi. Tumulti in Milano. Lodovico si rifugia in Germania. Il re di Francia a Milano.
     
      Né si fece da parte alcuna altro effetto di guerra che leggiere correrie, insino a tanto che ebbono passato i monti le genti destinate alla guerra, sotto Luigi di Ligní, Eberardo di Obigní e Gianiacopo da Triulzi: perché il re, se bene veniva a Lione spargendo fama di volere, quando cosí ricercasse il bisogno, passare in Italia, intendeva di governarla per mezzo de' capitani.


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Storia d'Italia
di Francesco Guicciardini
pagine 2094

   





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