Ma unito che fu insieme tutto l'esercito de' franzesi, nel quale furono mille seicento lancie cinquemila svizzeri quattromila fanti guasconi e quattromila d'altre parti di Francia, i capitani il terzodecimo dí di agosto posono il campo alla rocca di Arazzo posta in su la ripa del Tanaro; nella quale benché fussino cinquecento fanti la preseno in brevissimo spazio, dandosi causa di tanta prestezza allo impeto dell'artiglierie, ma non meno alla viltà de' difensori. Presa la rocca di Arazzo, andorno a campo ad Anon, castello in su la strada maestra tra Asti e Alessandria e in su la ripa del Tanaro opposita ad Arazzo, forte di sito, e che era stato per qualche mese innanzi molto fortificato dal duca di Milano; e benché il Sanseverino, che alloggiava appresso ad Alessandria in campagna, intesa la perdita di Arazzo, avesse desiderato mandarvi nuovi fanti e migliori, perché settecento che ve ne aveva messi prima erano di gente nuova e non esperta alla guerra, non potette metterlo a esecuzione perché i franzesi, per impedire che non vi andasse soccorso, aveano, di consentimento del marchese di Monferrato signore di quel luogo, messa gente nella terra di Filizano posta tra Alessandria e Anon. Però, non facendo quegli che erano in Anon migliore esperienza di quello che si aspettava, i franzesi, battuto prima il borgo e poi la terra da quattro parti, la espugnorono in due dí; e dipoi espugnorono la fortezza, ammazzando tutti i fanti che vi erano rifuggiti. Dal quale successo, piú repentino di quello che si era creduto, spaventato il Sanseverino si ritirò con tutte le genti in Alessandria; scusando il suo timore col dire di avere fanteria inutile, e che i popoli dimostravano animo poco stabile nella divozione di Lodovico.
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