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      E che questo fusse stato consiglio di inestimabile utilità averlo i frutti che se ne erano ricolti chiarissimamente dimostrato, perché tanti anni sotto il governo suo erano stati in somma pace e tranquillità, per la quale si era grandemente augumentata la magnificenza le ricchezze e lo splendore di quella città: di che fare fede manifestissima gli edifici le pompe e tanti ornamenti, e la moltiplicazione quasi infinita dell'arti e degli abitatori, nelle quali cose la città e il ducato di Milano non solo non cedevano ma erano superiori a qualunque altra città e regione d'Italia. Ricordassinsi di essere stati governati da sé senza alcuna crudeltà, e con quanta mansuetudine e benignità avesse udito sempre ciascuno, e che solo tra tutti i príncipi di quella età, senza perdonare a fatica o travaglio del corpo, aveva per se medesimo, ne' dí deputati all'udienze publiche, amministrato a tutti giustizia sommaria e indifferente. Ricordassinsi de' meriti e della benivolenza del suo padre, che gli aveva governati piú presto come figliuoli che come sudditi; e proponessinsi innanzi agli occhi quanto sarebbe acerbo lo imperio superbo e insolente de' franzesi, i quali per la vicinità di quello stato al reame di Francia ne farebbono, se lo occupassino, come altre volte aveva di tutta Lombardia fatto quella nazione, sedia ferma e perpetua de' popoli suoi, cacciatine gli antichi abitatori. Però pregargli che, alienando l'animo da i costumi barbari e inumani, si disponessino a difendere insieme la patria e la propria salute.


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Storia d'Italia
di Francesco Guicciardini
pagine 2094

   





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