A' quali essendo ritornato Gurlino, e considerando che dal rivellino che aveva Stampace verso la terra era una via che andava verso la porta a mare, la quale aveano prima ripiena di terra e di legname e fortificata verso il campo, ma non proveduto all'altra via verso Stampace, fece subito riparare e riempiere da quel lato; e fatto uno terrato, con artiglierie che tiravano per fianco, impediva l'entrare da quella parte. Acquistata Stampace, Paolo vi fece tirare in alto falconetti e passavolanti, i quali tiravano per tutta Pisa ma non offendevano i ripari, i quali, benché fussino offesi dalle artiglierie piantate da basso, non però gli abbandonavano i pisani, e nel tempo medesimo si batteva la casa matta verso Santo Antonio e la porta a mare e le difese: né cessava Pagolo Vitelli di sforzarsi di riempiere il fosso con fascine, per facilitarsi il pigliare il riparo. Contro alle quali cose i pisani, in sussidio de' quali erano la notte seguente stati mandati da Lucca trecento fanti, cresciuti di animo, gittavano fuochi lavorati nel fosso; e ponendo sommo studio di necessitare quegli del campo ad abbandonare la torre di Stampace, vi voltorono uno grossissimo passavolante detto il bufolo, a pochi colpi del quale ottennono che si levasse l'artiglieria piantata in alto: contro al quale benché Pagolo voltasse alcuni passavolanti, da' quali fu sboccato, non cessando però di trarre, lacerò di maniera in piú dí la torre che Pagolo fu alla fine costretto di levare l'artiglieria e abbandonarla.
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