Nel quale stato, chiarissimi per la volontaria povertà, per la santità della vita e per i martiri, continuorono insino a Silvestro pontefice; a tempo del quale essendo venuto alla fede cristiana Costantino imperadore, mosso da' costumi santissimi e da' miracoli che in quegli che il nome di Cristo seguitavano continuamente si vedevano, rimasono i pontefici sicuri de' pericoli ne' quali erano stati circa a trecento anni, e liberi di esercitare publicamente il culto divino e i riti cristiani: onde per la riverenza de' costumi loro, per i precetti santi che contiene in sé la nostra religione, e per la prontezza che è negli uomini a seguitare, o per ambizione, il piú delle volte, o per timore, l'esempio del suo principe, cominciò ad ampliarsi per tutto maravigliosamente il nome cristiano, e insieme a diminuire la povertà de' cherici. Perché Costantino avendo edificato a Roma la chiesa di San Giovanni in Laterano, la chiesa di San Piero in Vaticano, quella di San Paolo e molte altre in diversi luoghi, le dotò non solo di ricchi vasi e ornamenti ma ancora (perché si potessino conservare e rinnovare, e per le fabriche e sostentazione di quegli che vi esercitavano il culto divino) di possessioni e di altre entrate; e successivamente molti, ne' tempi che seguitorono, persuadendosi con le elemosine e co' legati alle chiese farsi facile l'acquisto del regno celeste, o fabricavano e dotavano altre chiese o alle già edificate dispensavano parte delle ricchezze loro. Anzi, o per legge o per inveterata consuetudine, seguitando l'esempio del Testamento vecchio, ciascuno, de' frutti de' beni propri, pagava alle chiese la decima parte: eccitandosi a queste cose gli uomini con grande ardore, perché da principio i cherici, da quello in fuora che era necessario per il moderatissimo vitto loro, tutto il rimanente, parte nelle fabriche e paramenti delle chiese parte in opere pietose e caritative, distribuivano.
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