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      Né essendo entrata ancora ne' petti loro la superbia e l'ambizione, era riconosciuto universalmente da' cristiani per superiore di tutte le chiese e di tutta l'amministrazione spirituale il vescovo di Roma, come successore dello apostolo Piero, e perché quella città, per la sua antica degnità e grandezza, riteneva, come capo dell'altre, il nome e la maestà dello imperio, e perché da quella si era diffusa la fede cristiana nella maggiore parte della Europa, e perché Costantino, battezzato da Silvestro, tale autorità volentieri in lui e ne' suoi successori avea riconosciuta. È fama, oltre a queste cose, che Costantino, costretto dagli accidenti delle provincie orientali a trasferire la sedia dello imperio nella città di Bisanzio, chiamata dal suo nome Costantinopoli, donò a' pontefici il dominio di Roma e di molte altre città e regioni d'Italia: la quale fama, benché diligentemente nutricata da' pontefici che succederono e per l'autorità loro creduta da molti, è dagli autori piú probabili riprovata, e molto piú dalle cose stesse; perché è manifestissimo che allora, e lungo tempo dipoi, fu amministrata Roma e tutta Italia come suddita allo imperio, e dai magistrati deputati dagli imperadori. Né manca chi redarguisca (sí profonda è spesso nelle cose tanto antiche la oscurità) tutto quello che si dice di Costantino e di Silvestro, affermando essi essere stati in diversi tempi. Ma niuno nega che la traslazione della sedia dello imperio a Costantinopoli fu la prima origine della potenza de' pontefici, perché indebolendo in progresso di tempo l'autorità degli imperadori in Italia, per la continua assenza loro e per le difficoltà che ebbono nello Oriente, il popolo romano, discostandosi dagli imperadori e però tanto piú deferendo a' pontefici, cominciò a prestare loro non subiezione ma spontaneamente uno certo ossequio: benché queste cose non si dimostrorono se non lentamente, per le inondazioni dei goti de' vandali e di altre barbare nazioni che sopravennono in Italia; dalle quali presa e saccheggiata piú volte Roma, era in quanto alle cose temporali oscuro e abietto il nome de' pontefici, e piccolissima in Italia l'autorità degli imperadori, poiché con tanta ignominia la lasciavano in preda de' barbari.


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Storia d'Italia
di Francesco Guicciardini
pagine 2094

   





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